Oggi sono state presentate, in vista delle elezioni comunali del 10 giugno prossimo, le liste del Popolo della Famiglia a Roma, Brescia, Treviso, Avellino, Terni, Massa, Imperia, Vicenza, Teramo, Ancona, Imola, Bussolengo, Villafranca di Verona, Novalesa, Monopoli, Decollatura, Catania, Gravina, Anzio, Velletri, Sarsina, Pontecagnano, Camogli, Pomezia, Ceresara, Venegono, Casteldaccia, Porto Sant’Elpidio, Grottammare ed è un’ulteriore prova di radicamento del PdF sul territorio nazionale. Considerato che veniamo da un aprile in cui abbiamo partecipato alle elezioni regionali del Molise e in Friuli Venezia Giulia, non c’è angolo del Paese in cui il Popolo della Famiglia non stia dimostrando la sua vitalità e la sua determinata capacità organizzativa. Considerando che stiamo alla quinta campagna elettorale in due anni, si può dire che non facciamo vincere la stanchezza ma preferiamo perseguire i nostri obiettivi coltivando una dote fondamentale in politica: la costanza. Dopo le amministrative 2016, le amministrative 2017, l’avventura di Ostia nel novembre scorso, lo straordinario sforzo delle politiche del 4 marzo 2018, rieccoci a chiedere il consenso nel lungo turno di amministrative 2018 che si è aperto ad aprile e si chiuderà con i ballottaggi del 24 giugno. La sensazione è che al primo turno del 10 giugno misureremo un consenso decisamente in crescita, anche perché votare per chi sta portando il M5S al governo appare insensato per chi vuole difendere principi non negoziabili. Vedremo che s’inventerà stavolta il fuoco amico. Ma il 10 giugno davvero conviene votare Popolo della Famiglia, dove lo trovate in posizione indipendente e dove lo trovate in coalizione: rafforzare il nostro simbolo è l’unica strada per salvaguardare la famiglia naturale, la cultura della vita e la difesa dei più deboli da chi anche dal governo del paese renderà più pervasiva la cultura dell’utero in affitto e dei gay pride, come fa nei comuni dove già governa.
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